Biografia
Fin da bambino ho praticato sport, vuoi perché mi spingevano i miei genitori, vuoi perché mi è sempre piaciuto fare attività fisica. Come tanti altri bambini dell'epoca, parlo degli anni 80, guardavo affascinato le gesta eroiche dei film d'arti marziali. Nonostante la giovane età, non mi soffermavo tanto sulle evoluzioni aeree o capacità ultra-umane dei personaggi, ma quanto sull'armonia dei loro movimenti nell'esecuzione delle forme, per tramutarle poi in attacchi dirompenti o efficaci difese.
Il mio primo approccio con le arti marziali e gli sport da combattimento avvenne però negli anni 90: judo, karate, light contact, di tutto un po'.
Ciò naturalmente non bastò per appagare la mia sete d'apprendimento, cosicché non smisi di cercare.
Fu nel 1997 che m'imbattei nella disciplina del Kung Fu Okinawa, patria - quest’ultima - del Kara-Te. Ebbi così l'onore di conoscere il Grand Master John Armstead, già icona delle arti marziali in Europa negli anni 70-80. E fui ancor più fortunato nel capitare sotto la guida del suo allievo, il Maestro Pietro Carcione, che in tutto e per tutto seguiva la filosofia di Armstead, ossia l'antica tradizione del duro allenamento e della disciplina.
Trovai così la mia dimensione e la voglia di portare avanti un percorso che, dopo 5 anni, avrebbe condotto proprio me ad essere un rappresentante dell'Okinawa Kung Fu Academy.
Ora, chi ben interpreta le arti marziali e la loro filosofia, sa che quando si viene insigniti dell'ambita cintura nera, non si è comunque raggiunto alcun traguardo, o una fine.
Anzi, da quel punto si ricomincia tutto, con nuove prospettive e infinite possibilità: un vero artista marziale non si ferma mai, ma cerca continuamente nuove forme d'evoluzione.
Per scelta, o per volere del Fato, imboccai dunque una nuova strada, alla ricerca di nuove forme d'espressione.
Avevo deciso, contrariamente a prima, d’approcciarmi a un sistema più diretto e intuitivo.
